
C'era una volta, Lu.
C'era una volta perché non sono tuttora certa della sua esistenza.
Ma io a Lu ci sono andata domenica sera. Siamo partiti io, mio fratello il Dudi e il suo tutore. In macchina con noi, in autostrada totale, c'era anche un grillo...come sia entrato non si sa, ma come sia uscito io e il Dudi lo sappiamo bene...diciamo che probabilmente adesso non sta benissimo parcheggiato sulla Milano-Torino. Ma a noi che ci frega, dovevamo andare a Lu.
Lu non esiste, infatti ci siamo persi. E quando, dopo mezz'ora buona a girare senza nessuna logica (grazie al navigatore tra l'altro) per stradine sterrate fra distese di granoturco e pozzanghere da guadare, l'unica anima viva che abbiamo incrociato ci ha fatto un culo così perché andavamo troppo forte e distruggevamo la ghiaia sotto le ruote. Ma noi si andava a meno di 10km/h...per Dio! E comunque per farvela breve, non eravamo a Lu.
Poi alla fine tirando terribilmente a caso, abbiamo ritrovato l'asfalto che a noi grigi milanesi piace tanto, e arrampicati fin su in cima ad una collina, con il sole che tramontava sopra i campi dorati di grano e le vigne, immersi in un panorama da togliere il fiato, abbiamo trovato anche Lu.
A Lu ci abitano solo dei nonni di 1000 anni. Quelli che ti guardano dalla finestra finché non scompari dietro l'angolo. Quelli con le seggiole di legno davanti alla porta sulla strada. Quelli con le ciabatte aperte e i calzini e le dita dei piedi che vanno oltre. Ma i nonni di Lu sono ciò che c'è di più rock'n'roll al mondo. O per lo meno, nel Monferrato. Perché a Lu, ogni anno dal 1992, un po' sottovoce e un po' di nascosto ci fanno questa cosa qui: www.lustando.com.
E ora vi svelo il nostro motivo motore: gli HARDCORE SUPERSTAR!
A Lu ci aspettavano Camana e il Matte, che sono venuti da Torino in taxi (haahahahahah). Del resto, Matte fa il taxista.
E fra salamelle, peperoni, birra e zanzare ci hanno raggiunti poi anche il mio caro amico Will, sempre da Torino con furore, e Roby, che di torinese non aveva proprio niente. Infatti è sardo.
Il concerto, come al solito, è stato da paura, gli Hardcore Superstar sono degli animali da palco. Loro stessi si definiscono una "live band" ed è vero. Jocke Berg non sta fermo un secondo, e questo spiega il perché su 100 foto, solo 2 non sono sfocate, maledizione. Ma io lo amo anche per questo. Concentrati soprattutto sull'ultimo disco appena uscito, Beg For It, dove fanno un casino pazzesco, non hanno però esitato a regalarci pezzi storici come Wild Boys, una stupenda My Good Reputation, passando per una pestatisima Dreamin' in A Casket per poi spegnere le luci del Lustando 2009 con forse una delle canzoni più belle in assoluto che un gruppo potrebbe cantare insieme al suo pubblico in delirio: We Don't Celebrate Sundays. Una delle mie preferite.
Noi si era un gruppo molto molto rock. Dudi col tutore e un taglio di capelli da bambino di 8 anni al massimo, io ad un concerto popolato da metallari in totally black tatuati da testa a piedi, mi sono presentata struccata, in maglietta bianca e zainetto e braghette che pareva fossi appena uscita dalla prima elementare. Gli altri sono arrivati in taxi ma soprattutto ci spruzzavamo l'Autan anche in faccia. Che non è molto rock, è vero...ma Jocke Berg aveva degli slippini a pois, quindi non potete proprio dirmi niente.
Chi si è perso il concerto degli Hardcore Superstar a Lu (cioè tutti) non tema. Perché bissano il 5 Novembre all'Alcatraz a Milano (il 4 a Roma e il 7 a Bologna). Io oggi vado a comprare i biglietti.
E chi non viene è una bestia.